Uno scriveva solo per se stesso e dichiarava di rivolgersi ai lettori solo come espediente per scrivere con maggior facilità. ‘Lettori non ce ne saranno mai’ continuava. Non voleva vergognarsi di niente nel redigere i suoi appunti e non avrebbe seguito alcun ordine né sistema, ma avrebbe scritto quello che gli veniva in mente, così di getto, diciamo. Poi da questo pubblico a cui si rivolgeva, di lettori inesistenti, si faceva chiedere: ‘Se lei realmente non tiene in nessun conto i lettori perché conviene con se stesso, e per di più sulla pagina, di non seguire né ordine né sistema, di scrivere ciò che le verrà in mente eccetera eccetera, che motivo ha di spiegarsi? O giustificarsi?’ ‘Già, è vero’ rispondeva.
Fëodor Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo, trad. di Igor Sibaldi, Milano, Mondadori 2017 [1864]