363. Temperatura costante

Lisa Vozza legge il matto 363. Temperatura costante

Uno si recava due volte la settimana in un istituto dove, in una sala rotonda dove c’era una temperatura costante di cinque gradi sotto zero, con le calosce, il cappello coi paraorecchie e la sciarpa, espirando un vapore bianco, teneva a otto studenti delle lezioni sui rettili della fascia torrida.

Michail Bulgakov, Uova fatali, trad. di Manuela Guercetti, Milano, Garzanti 1990 [1925]”

188 – Guarivano

Uno diceva che, da quando aveva preso lui la direzione, i malati guarivano tutti come mosche, che non facevano a tempo a mettere piede in ospedale che erano già sani.

Nikolaj Gogol’, L’ ispettore generale, trad. di Serena Prina, Milano, Feltrinelli 2011 [1836]

282 – Senza nubi

Uno diceva che il suo matrimonio era senza nubi. Lo diceva persino alla sua amante.

Judith Thurman su Nabokov, sul New Yorker, il 16 novembre 2015;
dal Repertorio dei matti della letteratura russa, a cura di Paolo Nori,
Milano, Salani 2021

469 – Metafore

Uno aveva detto che l’ironia è una metafora discendente. Per chiarire aveva fatto un esempio: ‘Le sue pupille sono stelle’ era una metafora ascendente, mentre ‘Le sue pupille son padelle’ era una metafora discendente.

Sergej Dovlatov, Taccuini
dal Repertorio dei matti della letteratura russa, a cura di Paolo Nori,
Milano, Salani 2021

455 – Lo zav

Uno che pronunciava male la erre aveva detto, a proposito di un altro, che siccome in guevva non c’eva di chi innamovavsi, ecco che quello si eva innamovato dello zav.

Lev Tolstoj, Guerra e pace
dal Repertorio dei matti della letteratura russa, a cura di Paolo Nori, Milano, Salani 2021 (esce l’11 febbraio)

 

476 – Di tutto

Due parlavano di tutto. Si dicevano l’un l’altro com’erano i raccolti di prima e come quelli di oggi; come vivevano prima i latifondisti, e come vivevano oggi; e che il sale di prima era migliore, e che oggi non c’erano più. i cetrioli di una volta.

Michail Saltykov-Scedrin, I signori Golovlëv
dal Repertorio dei matti della letteratura russa, a cura di Paolo Nori, Mialno, Salani 2021 (esce l’11 febbraio)

471 – Lenin

 

Uno nel 1924 aveva imbalsamato il corpo di Lenin. Quando era iniziata la Seconda guerra mondiale, le autorità avevano deciso di evacuare le spoglie a Barnaul, insieme all’imbalsamatore, a sua moglie e suo figlio, il piccolo Leva. Per loro era stato riservato uno scompartimento. Il piccolo Leva e la mummia occupavano le cuccette
inferiori.

Sergej Dovlatov, Taccuini
dal Repertorio dei matti della letteratura russa, a cura di Paolo Nori, Milano, Salani 2021 (esce l’11 febbraio)