282 – Senza nubi

Uno diceva che il suo matrimonio era senza nubi. Lo diceva persino alla sua amante.

Judith Thurman su Nabokov, sul New Yorker, il 16 novembre 2015;
dal Repertorio dei matti della letteratura russa, a cura di Paolo Nori,
Milano, Salani 2021

370 – Per chi si mettono gli stivali

C’era uno che nel chiedersi con quali stivali avrebbe dovuto recarsi al lavoro il giorno dopo si era accorto di una verità che lo aveva annientato: lui sarebbe stato pronto ad andare in giro nel gelo senza stivali e senza cappotto, avrebbe sopportato e sarebbe resistito a tutto, una sciocchezza per lui che era un uomo semplice e piccolo. Ma che avrebbe detto la gente? Si sarebbe messa a blaterare. Era per la gente che ci si metteva il cappotto e forse anche gli stivali, era per loro che li si indossava.

Fëodor Dostoevskij, Povera gente,
dal Repertorio dei matti della letteratura russa, a cura di Paolo Nori,
Milano, Salani 2021

469 – Metafore

Uno aveva detto che l’ironia è una metafora discendente. Per chiarire aveva fatto un esempio: ‘Le sue pupille sono stelle’ era una metafora ascendente, mentre ‘Le sue pupille son padelle’ era una metafora discendente.

Sergej Dovlatov, Taccuini
dal Repertorio dei matti della letteratura russa, a cura di Paolo Nori,
Milano, Salani 2021

356 – Pavel Pavlovič

Uno si chiamava Pavel Pavlovič ed era un vedovo che voleva soddisfazione da un altro che era stato l’amante di sua moglie. Era andato a trovarlo e con un sorriso malizioso l’aveva guardato facendosi il segno delle corna sulla testa. «Cosa significa ciò?» aveva chiesto l’amante. «Ciò significa corna» aveva risposto Pavel Pavlovič. «Cioè… le vostre corna?» «Le mie proprie che mi sono conquistato!» «Cosa volete? Vi fate burla di me?» «Mi è indispensabile avere da voi soddisfazione» aveva detto il vedovo. Poi aveva deposto il cappello e ansimando un po’ lo aveva guardato: «Baciatemi!» «Ma siete ubriaco» aveva risposto l’amante. «Sono ubriaco! Ma comunque baciatemi. Baciatemi, vi ho detto!» Allora quello aveva taciuto per un istante e all’improvviso si era chinato verso di lui e lo aveva baciato sulle labbra.

Fëodor Dostoevskij, L’eterno marito
dal Repertorio dei matti della letteratura russa, a cura di Paolo Nori,
Milano, Salani 2021 (esce l’11 febbraio)

455 – Lo zav

Uno che pronunciava male la erre aveva detto, a proposito di un altro, che siccome in guevva non c’eva di chi innamovavsi, ecco che quello si eva innamovato dello zav.

Lev Tolstoj, Guerra e pace
dal Repertorio dei matti della letteratura russa, a cura di Paolo Nori, Milano, Salani 2021 (esce l’11 febbraio)

 

84 – Un brindisi

 

C’era una che brindare, lei brindava così: ‘Bevo alla casa distrutta, e alla mia vita brutta’.

Anna Achmatova, La corsa del tempo.
dal Repertorio dei matti della letteratura russa, a cura di Paolo Nori, Milano, Salani 2021 (esce l’11 febbraio)

476 – Di tutto

Due parlavano di tutto. Si dicevano l’un l’altro com’erano i raccolti di prima e come quelli di oggi; come vivevano prima i latifondisti, e come vivevano oggi; e che il sale di prima era migliore, e che oggi non c’erano più. i cetrioli di una volta.

Michail Saltykov-Scedrin, I signori Golovlëv
dal Repertorio dei matti della letteratura russa, a cura di Paolo Nori, Mialno, Salani 2021 (esce l’11 febbraio)

376 – Abitare

C’era uno che quando il medico gli chiese: ‘Dove abitate attualmente? Mi pare che prima abitavate…’, lui rispose: ‘Abitavo, abitavo. Abitavo anche prima. Come si può non abitare?’

Fëodor Dostoevskij, Il sosia
dal Repertorio dei matti della letteratura russa, a cura di Paolo Nori, Milano, Salani 2021 (esce l’11 febbraio)

845 – Là

Uno, che si chiamava Venedikt Erofeev, si domandava se ci sarebbe stata poi, là, una bilancia, o non ci sarebbe stata. E secondo lui su quella bilancia, se ci fosse stata, i sospiri e le lacrime sarebbero pesati più del calcolo e della premeditazione. E là, quelli come lui, poco seri, sarebbero pesati di più e avrebbero vinto.

Venedikt Erofeev, Mosca-Petuškì
dal Repertorio dei matti della letteratura russa, a cura di Paolo Nori, Milano, Salani 2021 (esce l’11 febbraio)

344 – Due anni prima

C’era uno che se gli avessero detto anche solo due anni prima che un giorno avrebbe pianto non ci avrebbe creduto.

Fëdor Dostoevskij, L’eterno marito, dal Repertorio dei matti della letteratura russa (esce l’11 febbraio)